La Cina fotocopia il mondo
28 agosto – Armando Torno, nella sezione Cultura del Corriere della Sera, riporta la storia della biblioteca del Beichan, distrutta dal terremoto del maggio 2008, ed ora in via di ricostruzione grazie ai fondi del Prince Claus Fund.
L’articolo prosegue analizzando due aspetti molto particolari del fenomeno cinese, il fiorire di migliaia di biblioteche e la digitalizzazione delle opere. Nel 1949 erano 55 le biblioteche in tutta la Cina, mentre ora sono più di 60 mila (fra biblioteche pubbliche, universitarie, appartenenti ad istituti di ricerca, aziende, dipartimenti governativi, scuole, e sedi del partito).
Stando a quanto riportato da Torno la Cina sta raccogliendo e digitalizzando migliaia di opere, e disporrà tra non molto della più incredibi¬le raccolta di dati culturali mai tentata al mondo. Opere comperate, tradotte e messe online. “Non spetta a noi trarre conclusioni. Ma forse è il caso di aggiungere in margine che la Cina non rispetta pienamente le nostre norme sul diritto d’autore (…) Insomma, la retribuzione del lavoro intellettuale conoscerà giorni sempre più difficili…” conclude l’autore.
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