Tutte le strade portano in Cina
6 agosto – L’articolo di Barry Eichengreen (professore di economia a Berkeley) apparso su Il Sole24Ore del 6 Agosto 2009 invita a riflettere sulla crisi economica globale, e sul ruolo che la Cina potrà svolgere nell’arrivare ad una soluzione.
In America, un pacchetto di stimolo di 787 miliardi di dollari è stato avviato per compensare un crollo nella spesa privata di 3 mila miliardi di dollari. Un nuovo pacchetto di stimoli dunque sembrerebbe più che giustificato. Il disavanzo di bilancio federale negli Stati Uniti è però arrivato a un allarmante 12% del Pil, e secondo le previsioni il debito pubblico raddoppierà fino a raggiungere l’80% del Pil. Secondo Eichengreen, è irrealistico pensare che gli Stati Uniti possano liberarsi del fardello di questo debito attraverso la crescita, e che quindi un nuovo pacchetto di interventi non sarebbe la soluzione.
Ciò che serve è un aumento della domanda globale da parte della Cina. Eichengreen argomenta come sia i problemi interni alla Cina (lo spumeggiante mercato azionario e l’allarmante boom immobiliare) che quelli legati alla crisi economica globale verrebbero mitigati da un aumento delle importazioni cinesi. Spendere direttamente per importare beni strumentali consentirebbe di evitare il surriscaldamento dei mercati cinesi, di rafforzare la capacità produttiva dell’economia, e di sostenere la domanda di prodotti americani, europei e giapponesi proprio quando di un simile sostegno c’è maggiore necessità.
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